lunedì 31 gennaio 2011

GIAPPONE CAMPIONE D'ASIA


Nella finale per la coppa d'Asia, il Giappone ha battuto l'Australia 1-0 dopo i tempi supplementari. Nella finale di Doha la nazionale nipponica, guidata in panchina da Alberto Zaccheroni, si è imposta grazie al gol al 109' di Tadanari Lee. È la quarta volta che il Giappone vince la coppa d'Asia dopo i successi ottenuti nel 1992, 2000 e 2004. Il calcio da qualche anno è popolarissimo nel Paese del Sol Levante, per comprenderlo basta fare zapping sui canali televisivi, per imbattersi in trasmissioni calcistiche di ogni tipo, persino molte dedicate al calcio femminile.

domenica 30 gennaio 2011

UNA RIVISTA PER SNOOPY


In occasione del sessantesimo compleanno dei Peanuts, ecco un bel magazine dedicato a Snoopy, ricchissimo di foto di gadget di ogni tipo, la maggior parte dei quali acquistabili.

sabato 29 gennaio 2011

GASHAPON


Ricordate le macchine distributrici di sorpresine che erano molto diffuse venti/trenta anni fa? Grosse scatole di vetro e metallo, piene di sfere di plastica trasparente in cui erano contenuti animaletti, giocattolini, palline magiche. Bastava inserire una moneta nell'apposita fessura, girare la manovella e attendere che la sfere rotolasse tra le mani di noi bimbi, impazienti di scoprire quale magico oggetto la dea bendata ci avesse riservato. Anche oggi ci si può imbattere in qualche discendente di questi distributori automatici di piccoli sogni, magari in qualche grosso supermercato, ma con minor frequenza e talvolta adattatisi in modo inaspettato a gusti tanto moderni quanto temporanei. In tempi recenti, per esempio, se ne può incontrare qualcuno dal sapore new age, che dispensa col consueto metodo della casualità piccole pietre dal decantato valore terapeutico. Il luogo sul pianeta Terra dove quelle sfere di plastica ancora rotolano numerose e contengono fantastici oggetti, collezionati da bambini e non solo, è il Giappone.
Camminando lungo le vie di Tokyo, soprattutto nei grandi centri commerciali, e in particolare nei pressi di sale giochi, comicshop e negozi di giocattoli, ci si può imbattere in intere file di questi distributori. Parallelepipedi colorati che in cambio di due monete da 100 yen offrono a chiunque tenti la sorte un gashapon. Non è chiaro da dove provenga il nome, forse fa riferimento al suono che la pallina fa rotolando all'interno della macchina (si pronuncia infatti "gasciapon"), infatti le stesse palline sono spesso chiamate anche gatcha gatcha oppure semplicemente gacha, sempre rifacendosi al suono. In ogni caso, un gashapon è una sfera mezza colorata e mezza trasparente dentro cui è contenuto un "pupazzetto" smontato in alcuni pezzi (da due a una decina), che una volta ricomposto si dimostra alto circa otto centimetri, ben colorato e dettagliato. I personaggi dei gashapon sono quasi sempre televisivi o cinematografici, e appartengono in genere a uno di questi tre filoni: kaiju, tokusatsu, anime. Kaiju significa letteralmente "mostro", e per capire di quali mostri stiamo parlando pensate a Godzilla. I tokusatsu sono serie televisive con effetti speciali (tokusatsu è l'abbreviazione di tokushu satsuei, "ripresa speciale"), tra i cui capostipiti vi è Ultraman. Infine vi sono gli anime, i cartoni animati giapponesi, che hanno visto decine di serie vecchie e nuove ospitate tra i gashapon: da Mazinga a Heidi, da Gundam a Evangelion.
I gashapon nascono a metà anni Novanta, e subito attirano la mania dei fan e dei collezionisti. Caratteristica interessate è che le macchinette distributrici sono monotematiche. In altre parole, i gashapon sono sempre strutturati per serie composte generalmente da sei pezzi (talvolta cinque o sette). Ogni macchina distributrice contiene solo pezzi della medesima serie, ben evidenziati da coloratissime foto messe in bella mostra. Ogni serie resta in circolazione per un tempo limitato, giusto i mesi necessari perché si esaurisca, finendo magari sugli scaffali di qualche negozio di collezionismo, dove ogni pezzo può anche raggiungere la cifra di 8.000 yen (quaranta volte il suo valore iniziale). Se una serie ha successo, non è prevista una "ristampa", ma più furbescamente una seconda serie con nuovi soggetti. In questo modo anime di grande successo come Gundam vantano ormai decine di serie di gashapon. Il Mobile Suit bianco, grazie anche al fatto che nuovi anime vengono prodotti quasi ogni anno, è infatti uno dei più gettonati, ma molto apprezzati sono anche i robot senza tempo nati dalla fantasia di Go Nagai (Mazinga, Goldrake, Getter), le orfanelle come Heidi e Anna dai Capelli rossi, e molti altri ancora tra cui cito solo Lupin III.
Difficile dire quanti gashapon siano usciti dal 1994 a oggi – sicuramente centinaia di serie, per migliaia di soggetti – ma è certo che il loro successo presso i giovani giapponesi continua ad aumentare, e non passa mese senza che la Banpresto (branch del colosso Bandai), pricipale casa produttrice di questi oggetti, lanci nuove serie. Fortunatamente (o per ponderata scelta di produzione), le limitate dimensioni di questi bellissimi oggetti permettono al giapponese medio di conservarne moltissimi anche nei microscopici appartamenti di Tokyo.
Chi volesse acquistare dei gashapon (vecchi e nuovi) può chiedere info a fioridiciliegio@alice.it

martedì 25 gennaio 2011

LE CHIAPPE DI CHAR


Un mazzo di classiche carte da gioco, allietato però dai disegni dei mangaka che lavorano per la rivista Gundam Ace. Alcune delle immagini dedicate a Char (uno dei personaggi cardine delle serie televisiva Gundam), però, sono decisamente irriverenti.

Chi volesse acquistare il mazzo di carte può scrivere per info a fioridiciliegio@alice.it

domenica 23 gennaio 2011

FUJIKO, MUSA ISPIRATRICE


La collezione di scarpe primavera estate 2011 di Stephen Venezia si rivolge ad una donna eclettica, forte e raffinata, sensuale e sbarazzina con una caratteristica predominante: l’ironia. È infatti ispirata a Fujiko Mine, ladra internazionale, intelligente e furba, ironica e audace, intenditrice di arte e dell’arte della seduzione, compagna/rivale di Lupin III, contestualizzata in un immaginario cinematografico degli anni ‘50 e ‘60.

sabato 22 gennaio 2011

INVERNO

POCO SESSO


Una ricerca del Governo giapponese condotta su 1540 giovani, ha rivelato che il numero dei disinteressati al sesso è in crescita. E dato allarmante per la demografia, le coppie sposate hanno sempre meno rapporti sessuali, con gravi ripercussioni sulle nuove nascite.
Circa il 36 per cento dei ragazzi e il 58,5 per cento delle ragazze tra i 16 e i 19 anni dichiarano di essere “non interessati” o “avversi” ai rapporti sessuali. Il disinteresse per il sesso, tuttavia, tende ad aumentare in tutte le fasce d’età, tranne che tra gli uomini di età compresa tra 30-34 anni, tra i quali solo il 5,8 per cento trascura il sesso; e sono anche in diminuzione rispetto a due anni prima (8,2 per cento). Per quanto concerne le ragazze invece, per cento solo tra i 25 e i 29 anni il dato tende a migliorare, trattandosi solo di un terzo tra esse a trascurare il sesso. Secondo gli esperti, la scelta verso una vita solitaria è dovuta alla preoccupazione per il proprio futuro. Dunque i giovani preferiscono dedicarsi solo allo studio o alla carriera professionale.

Fonte: TG1 Online

NON PIÙ GEISHE


In Giappone dall'anno scorso le donne single hanno iniziato ad avere un «reddito disponibile» più alto di quello degli uomini, comunica l'ufficio per il sondaggio sulla famiglia. Brutalmente, guadagnano di più. Le donne nipponiche hanno continuato a incrementare il loro reddito, anzi hanno accelerato l'aumento, mentre i guadagni degli uomini finivano in depressione.

Fonte: sito del Corriere della Sera

venerdì 21 gennaio 2011

BAMBOO

giovedì 20 gennaio 2011

UKIYO-E: HIROSHIGE

UN LIBRO PER I PEANUTS


Come ben sanno i lettori dei Peanuts, la famosa striscia di Charles Schulz ha beneficiato, nel corso dei decenni, di un merchandising sterminato. Tra i personaggi più popolari della striscia vi è l'intrepido Snoopy. Inizialmente rappresentato come un normale cane – somigliante a un reale quattrozampe di nome Spike, posseduto in gioventù da Schulz – solo in seguito viene identificato come un beagle ed acquisisce le bizzarre caratteristiche destinate a renderlo popolare in tutto il mondo. Pratica diversi sport tra cui hockey, tennis e pattinaggio sul ghiaccio. Scrive romanzi (indimenticabile l'incipit “era una notte buia e tempestosa…”), gioca biliardo, si intrattiene in conversazioni con dei volatili che guida anche nei boschi in veste di caposcout. Ma soprattutto si cala benissimo nelle vesti di asso aereo della Prima Guerra Mondiale, di Joe Falchetto (un bulletto con occhiali da sole), di astronauta e di molto altro ancora. Per non parlare di quando è stato Grande Bracchetto… I primi gadget legati al mondo dei Peanuts sono datati 1958. Si trattava di pupazzetti in vinile, alti una ventina di centimetri, prodotti dalla Hungerford Plastic Corp. e raffiguranti i principali personaggi della serie, sette soggetti di cui uno era proprio Snoopy. In seguito il numero di oggetti è aumentato esponenzialmente, coprendo ogni ramo merceologico. Tra i gadget più divertenti, segnaliamo quelli legati al periodo da astronauta, che valsero a Snoopy il ruolo di testimonial del progetto Apollo. Per i collezionisti più accaniti, è consigliato l'acquisto di Snoopy Boutique, illustratissimo volume edito qualche anno fa dalla giapponese Tatsumi Publishing, in cui sono raccolte foto e aneddoti su centinaia di gadget dedicati ai Peanuts in Giappone e negli Usa e che ha il non irrilevante pregio di essere bilingue (inglese/giapponese) permettendo anche a noi occidentali di godere delle sue informazioni oltre che delle sue immagini.

UN TOTORO FREDDOLOSO

martedì 18 gennaio 2011

I MENKO DI GOLDRAKE



Il menko è un gioco giapponese, basato su delle carte o figurine (dette a loro volta menko) dalle forme più varie (quadrate, rettangolari, circolari) e dalle colorate immagini spesso legate a personaggi dei manga e degli anime, ma anche a famosi sportivi (baseball soprattutto), film, ecc. Il gioco, tra due o più giocatori, consiste nel lanciare una carta a terra con l'obiettivo di capovolgere una carta dell'avversario grazie allo spostamento d'aria o colpendola di taglio (a volte la card sono molto spesse, di cartone più che di carta). I menko possono essere usati per giocare anche in altri modi, infatti spesso sul retro riportano i segni della morra cinese (quindi si possono utilizzare per la morra) o i numeri e i semi delle carte occidentali, o semplicemente un valore numerico (vince chi gira la carta più alta).
Tra i moltissimi soggetti dei menko, negli anni Settanta vi è stato anche Goldrake (Grendizer in originale), il celebre robot gigante. I suoi menko sono spiccatamente rettangolari e possono essere raccolti in mini album dai fogli trasparenti che ospitano due menko alla volta. Ecco alcune immagini.
Chi volessi acquistarli può scrivere a fioridiciliegio@alice.it

lunedì 17 gennaio 2011

LE RAGAZZE GIAPPONESI AMANO SNOOPY


Snoopy è molto popolare in Giappone e, visti i 60 anni compiuti dalla strip dei Peanuts, parecchi gadget sono stati dedicati alla serie. Gadget particolarmente amati dalle ragazze giapponesi, che trovano Snoopy molto kawaii.

giovedì 13 gennaio 2011

UKIYO-E: HIROSHIGE

ATTENDENDO IL TRENO


"Sto aspettando il treno da Tokyo per Kyoto. Sul marciapiede della stazione di Tokyo c'è segnato il punto esatto in cui le porte di ciascun vagone verranno a trovarsi al fermarsi del treno. I posti sono tutti prenotati e prima ancora che ci sia il treno i viaggiatori sono già al loro posto, incolonnati tra le strisce bianche che delimitano tante piccole code perpendicolare ai binari."

da "Collezione di sabbia" di Italo Calvino, del 1984

IL GIAPPONE DI MAMMUCARI


Non sappiamo a cosa stia lavorando Emiliano Mammucari (bravo disegnatrore di casa Bonelli), ma sul suo blog (zulapazu.blogspot.com/) sono apparse diverse immagini (tra cui quella mostrata qui sopra) sui samurai e sul Giappone antico che ci fanno sperare in una serie con tale ambientazione.

mercoledì 12 gennaio 2011

UKIYO-E: HOKUSAI

martedì 11 gennaio 2011

IL RITORNO DELL'UOMO TIGRE


Il sito di "La Repubblica" riporta una curiosa notizia. L'Uomo Tigre, il popolare personaggio dei cartoni animati giapponesi, prosegue le donazioni a favore di bambini. "Sono otto le città in tutto il Sol Levante che soltanto ieri hanno riferito di nuove iniziative benefiche ispirate al lottatore professionista che, nell'apprezzata serie di animazione degli anni '60-'70, combatte contro il male per aiutare i bambini di un orfanotrofio, facendo salire i casi a oltre 30 unità, nel calcolo fatto dai media nipponici. La scia di buone azioni, in pieno spirito natalizio, era non a caso iniziata la mattina del 25 dicembre a Maebashi, città della prefettura di Gunma, a nord di Tokyo, dove davanti alla porta di un consultorio per la tutela dei minori erano stati lasciati 10 pacchi rossi pieni di altrettante cartelle per scuola elementare, del valore di 30.000 yen (280 euro) l'una. La lettera allegata portava la firma di 'Naoto Date', il nome dell'Uomo Tigre, con la preghiera che i regali fossero consegnati ai bambini. Una storia singolare, ma che da allora si è ripetuta in tutto il Paese."
Per chi non conoscesse il personaggio, eccone una scheda.
“Ovunque vada l'Uomo Tigre, la tempesta lo segue!” Questa frase introduce perfettamente il protagonista del manga Tiger Mask, che fa il proprio esordio in Giappone nel 1969. L'Uomo Tigre, conosciuto anche come "il demone giallo" o "il più forte lottatore del mondo", ha il volto coperto da una maschera da tigre e un pittoresco mantello rosso e mette al tappeto chiunque gli si presenti davanti sul ring. Le sue esibizioni sono un succedersi di colpi strabilianti, ma anche dimostrazioni di ferocia senza pari. Nessuno sa che dietro quella maschera senza esperssione si cela Naoto Date, un orfano che dieci anni prima ha giurato di diventare più forte di una tigre, in modo da superare tutte le avversità che la vita lo ha costretto ad affrontare. Allenatosi nella Tana delle Tigri, un'associazione clandestina che alleva i lottatori più crudeli, Naoto ha raggiunto il suo obiettivo. Ora, però, intende utilizzare tutto il denaro guadagnato in tanti incontri per aiutare i bambini orfani cresciuti nel suo stesso istituto. Così facendo contravviene a una legge della Tana delle Tigri, che non solo vuole che i suoi atleti rivestano sempre il ruolo dei malvagi, ma gli impone anche di versargli la metà di tutti i guadagni. La vita di Naoto si trova quindi a un bivio: prestare fede al giuramento fatto alla tana o aiutare i piccoli orfani, tra cui l'irrequieto Kenta che gli ricorda molto se stesso da piccolo? La preferenza per gli orfani rende l'Uomo Tigre un traditore agli occhi della Tana, che presto gli lancia contro tutti i suoi lottatori più forti e violenti, con l'obiettivo di eliminarlo. Riuscirà l'Uomo Tigre a sopravvivere dimostrando di essere il re del ring, il più forte di tutti i lottatori?
Dalle trame crude e con un disegno improntato al realismo, Tiger Mask è un fumetto di Ikki Kajiwara (testi) e Naoki Tsuji (disegni) legato a doppio filo col vero mondo del catch, o wrestling, uno sport molto popolare negli Stati Uniti e in Giappone. In pratica si tratta di una variante della lotta libera americana nella quale sono ammessi tutti i colpi possibili. Sul ring, simile a quello della boxe, i lottatori indossano spesso costumi sgargianti e assumono nomi pittoreschi, esibendosi in una via di mezzo tra lotta e recitazione. Tra le tavole di Tiger Mask appaiono anche lottatori realmente esistenti, come Antonio Inoki (ex giocatore di baseball) e Giant Baba (un vero e proprio gigante, come evidenzia il suo nome), entrambi allievi di Rikidozan, praticamente il padre del wrestling giapponese, di cui diviene un professionista nel 1951 dopo aver tentato una carriera nel mondo del sumo. Non solo, ben presto l'interscambio tra manga e realtà ha un'ulteriore svolta, quando un atleta esistente decide di indossare la maschera della tigre sul ring. È Satoru Sayama, che si fregia del nome Tiger Mask dal 1981 al 1983, per essere poi sostituito da altri atleti non sempre alla sua altezza (Mitsuharu Misawa, Koji Kanemoto, Yoshihiro Yamazaki).
Ovviamente il manga viene prontamente trasformato in anime, grazie a due serie televisive. La prima viene messa onda tra il 1969 e il 1971, 105 episodi diretti da Takeshi Tamiya. La seconda arriva una decina di anni dopo, tra il 1981 e il 1982, con 31 episodi firmati da Takami Morishita. L’anime ripropone il tratto spigoloso e un po’ crudo del manga, affascinante proprio perché “ruvido” come gli incontri di lotta del protagonista. In scena, però, non vanno solo gli eventi sportivi, ma anche questioni umane e sociali. Come il tema degli orfanelli, tanto caro agli anime, in questa sede proposto in un’ottica decisamente meno romantica del solito e che rimanda al dramma vissuto da molti giovani giapponesi nel dopoguerra, rimasti senza i genitori a causa del conflitto mondiale. O anche la preoccupazione per l’inquinamento, in un Giappone in piena crescita economica e industriale con fabbriche che producono rifiuti di ogni tipo senza che si sia ancora pensato a come smaltirli. Il tema della lotta, che il personaggio affronta con spietata determinazione, a volte anche con eccesso di violenza ma sempre con leale correttezza, è insomma presente anche nella vita di tutti i giorni, ove bisogna combattere per sopravvivere e per difendere il luogo in cui si vive. Sul ring come per la strada, Tiger Mask diviene un modello, l’emblema di coloro che lottano per risollevarsi da una condizione infelice e che, per raggiungere il proprio obiettivo, possono contare solo sulle proprie forze e su una incrollabile volontà.

IN STRADA...


Per le strade di Tokyo si incontra davvero gente strana. Come il tizio in questa immagine, tratta dal sito www.japanesestreet.com, che pubblica solo foto di "moda da strada".

UKIYO-E: EIZAN

sabato 8 gennaio 2011

FASHION DOLLS: PINKY ST.


Chi ha detto che le bambole sono per le bambine? Da diversi anni tra adolescenti e adulti impazzano le Pinky!
Nel Paese del Sol Levante le regole sull'abbigliamento sono molto rigide: divisa a scuola, giacca o completi seriosi in ufficio. Ma appena possono i giovani si ribellano vestendosi nei modi più stravaganti. Uno street fashion anarchico che ha influenzato anche il mondo delle bambole, grazie alle Pinky: st., ove “st.” sta per “street”. Colorate bamboline alte una decina di centimetri, le Pinky hanno due grandi pregi. Primo: sono kawaii (“carine”), con occhioni, fattezze minute, abiti trendy. Secondo: sono componibili, formate da tre pezzi (testa, busto e gambe) intercambiabili.
Se al modico prezzo di 680 yen (ma ne esistono anche da 1.000 yen e oltre) è possibile comprarsi una Pinky, in confezione trasparente con aggiunta di abito di ricambio e accessorio, la cosa più divertente è comprarne più d'una per creare la “propria” Pinky, diventando stilisti in miniatura. Ognuno può infatti vestire la propria Pinky nel modo che preferisce, arricchendo il tutto con gadget come borsette, zaini, occhiali e simili. E se abiti e accessori in commercio non bastano, si può modificarne alcuni e colorarne altri secondo i propri gusti. A questo scopo sono stati pubblicati dei volumi che illustrano come creare originale piccoli capi d'abbigliamento.
Le Pinky: St. sono nate per il pubblico delle adolescenti femminili, ma oggi piacciono un po' a tutti, anche ai ragazzi, che si sono fatti trasportare dalla loro collezionabilità e dalla loro varietà. Decine i modelli disponibili, alcuni dei quali creati da famosi designer e fumettisti. Come quelle disegnate da Range Murata, noto autore di cartoni giapponesi, per esempio Last Exile, che le ha rese sexy bamboline futuristiche e retrò allo stesso tempo. E intanto le Pinky impazzano anche nel web, sul sito giapponese www.mr-hobby.com/vance/figures/ o sull'inglese www.pinky-street.com. Anche quando è un gioco, la moda resta una cosa seria…

Chi volesse acquistare le Pinky può rivolgersi a fioridiciliegio@alice.it

sabato 1 gennaio 2011

IL GUNDAM CAFE DI NOTTE