martedì 27 novembre 2012

LA GUERRA DI MIZUKI


La maggior parte degli autori che scrivono storie di guerra non hanno sperimentato personalmente le tragedie di un conflitto armato. Non necessariamente ciò penalizza il loro lavoro, ma spesso lo rende meno personale, toccante, realistico. Shigeru Mizuki, uno dei mangaka più famosi dal dopoguerra a oggi, al contrario ha calcato i campi di battaglia della Seconda guerra mondiale. Nel 1942 Mizuki viene arruolato nell’Esercito Imperiale, durante il conflitto contrae la malaria e perde il braccio sinistro in un’esplosione (tra l’altro, essendo mancino, deve imparare a usare la mano destra). Inoltre, assiste alla morte di alcuni amici e rimane sconvolto dagli orrori della guerra, tanto da pensare di non fare più ritorno a casa. Al suo rientro in Giappone disegna manga, tra cui anche alcuni di guerra, incluso Soin Gyokusai Seyo (traducibile all’incirca come “Andiamo incontro alle nostre onorevoli morti”, del 1973, ancora inedito in Italia ma pubblicato negli Usa). Per quanto la storia sia inventata, Mizuki vi riversa molte delle proprie esperienze, dipingendo un triste quadro nel quale i fanti nipponici, male approvvigionati e poco consapevoli di ciò che accade attorno a loro, si ritrovano a combattere nelle giungle del Pacifico agli ordini di ufficiali fanatici. In effetti, il loro principale nemico non sembra essere rappresentato dagli americani e dai loro alleati (che quasi mai appaiono nelle tavole), quanto da superiori che richiedono obbedienza assoluta e infliggono punizioni, anche corporali, prive di senso. Ancora peggio, le loro vite paiono non avere alcun valore, sacrificate in attacchi suicidi nei quali la colpa maggiore è sopravvivere, cosa ritenuta disonorevole per un soldato nipponico. Mizuki offre insomma una visione “dall’interno” dell’esercito giapponese e, nonostante un disegno caricaturale, riesce a caricare di intensa drammaticità tutta la vicenda. Da leggere. 

LA SCHEDA 
Titolo: Onward Towards Our Noble Deaths (edizione in inglese) 
Autore: Shigeru Mizuki 
Editore: Drawn & Quarterly 
Numero pagine: 374 
Prezzo: 24,95 dollari

domenica 11 novembre 2012

L'UOMO CHE CAMMINA



Siete mai stati a Tokyo? Se sì, quanto state per leggere vi sembrerà scontato, se no faticherete a immaginarvelo. Ogni europeo che, sceso dal treno che collega l'aereoporto alla città, mette piede sul suolo di questa megalopoli ne rimane immediatamente frastornato. La moltitudine di persone, gli odori, i suoni, la frenesia che coinvolge tutto e tutti lo stordiscono e paralizzano. È appena entrato in un mondo dove tutto è moltiplicato, dove le linee della metropolitana sono decine, dove i negozi di ogni tipo sono migliaia (più di 500.000 solo i ristoranti o simili), dove le persone sono milioni (circa dodici), e dove tutti generalmente hanno fretta, perché devono correre in ufficio, a scuola, a casa. Un universo in movimento, e totalmente alieno, colpisce i sensi dello straniero (gaijin, dicono i giapponesi) e ne confonde la mente. Ovviamente col passare del tempo ci si abitua ai nuovi ritmi, si impara a distinguere le linee della metropolitana e si apprezza la possibilità di scelta data da tanti ristoranti, così come si cerca di orientarsi in una città che non dà i nomi alle vie, e di sopportare le indicazioni sonore utilizzate ovunque (semafori, fermate della metropolitana, auto in retromarcia ecc.). Restano, almeno per chi scrive, delle situazioni assolutamente insopportabili (e quindi da evitare), come la metropolitana nell'ora di punta, dove si sta tanto stretti che del personale apposito, in eleganti guanti bianchi, ha l'incarico di spingervi e pressarvi ben bene prima della chiusura delle porte automatiche. Ma lo straniero, il turista, l'uomo d'affari in visita, sono abbastanza fortunati: il loro tempo di permanenza è breve, e generalmente possono permettersi di evitare ciò che è sgradito, viaggiare negli orari migliori, godersi la città quando tutti sono al lavoro. Per il giapponese medio, invece, tutto ciò dura per sempre, e per quanto possano sembrargli normali i lunghi orari di lavoro, le ore pigiati in metropolitana, la totale mancanza di solitudine, la frenesia quotidiana, non rappresentano certo un invidiabile standard di qualità della vita. 
Jiro Taniguchi, che a Tokyo vive e lavora, di questo si è accorto da molto tempo e ha voluto fornire ai suoi connazionali, ma anche a noi occidentali (le cui città assomigliano sempre più a quelle giapponesi) una ricetta contro il malessere da metropoli. 
"L'uomo che cammina" è un invito a rallentare, a "consumare" più lentamente (e quindi ad "assaporare" meglio) i dettagli quotidiani, i semplici accadimenti di ogni giorno, e – perché no? – i piccoli imprevisti. Ecco quindi che anche un acquazzone estivo può essere affrontato col sorriso sulle labbra, godendo di un po' di frescura; mentre perdersi per i vicoli può significare scoprire dettagli piacevoli, incontrare persone sconosciute. Certo, l'uomo che cammina ha la fortuna di vivere vicino alla campagna, ma ha compreso che basta poco per avvicinarsi alla natura, magari la compagnia di un animale domestico, con cui condividere lunghe passeggiate e una visione più semplice e rilassata del mondo che ci circonda. "Osservare" è la parola d'ordine di questo fumetto, osservare tutto con tranquillità. Ecco il perché di tante tavole mute: inutile spiegare a parole quanto si può comprendere semplicemente guardando. E il tratto accurato e piacevole di Taniguchi ben si presta a questo approccio silenzioso. Quasi fotografico, fissa sulla carta panorami e dettagli, piante e animali, pioggia e sole. Pare quasi di esserci, in quei vicoli cittadini e in quelle strade di campagna… Ma perché accontentarci di sognarli, di apprezzarli sulle pagine di un fumetto? Sicuramente a pochi passi dalla porta di casa nostra esiste un piccolo giardino, o una viuzza piena di botteghe, una strada antica, un albero che ospita qualche passero, un orto botanico e chissà cos'altro: dobbiamo solo uscire e osservare, con calma.



L'uomo che cammina è apparso per la prima volta in Giappone sui numeri speciali di Morning Party, supplementi del settimanale Morning della Kodansha, dal numero 30 del 1990 al numero 47 del 1991 per poi essere raccolto in volume. In Italia è stato pubblicato nel 1991 da Panini Comics (che recentemente lo ha ristampato in una nuova edizione), portando Jiro Taniguchi all'attenzione del pubblico di appassionati di manga.
Autore di testi e disegni è Taniguchi, ma un contributo fondamentale lo si deve al suo editor nipponico. Fu infatti Tsutsumi Yasumitsu, una delle colonne portanti di Morning, a suggerirgli l'idea di incentrare una serie di racconti su un uomo che cammina. Tra l'altro, questo fatto mette in risalto quanto sia importante la figura del redattore nella sviluppata industria nipponica del fumetto, ove le storie di una artista, seppure abile e famoso come Taniguchi, vengono attentamente vagliate dalle redazioni, sempre pronte a intervenire con suggerimenti e consigli.

sabato 3 novembre 2012

FATE E ASTRONAVI


Pubblicato diversi anni fa anche in Italia da Panini Comics, questo volume è passato un po' inosservato. Nella Terra del futuro il mondo delle fate e quello degli uomini si sono scontrati dando vita a un conflitto chiamato la guerra dei sogni e, successivamente, a un processo che ha portato alla creazione di un nuovo e unico mondo in cui convivono magia e tecnologia. Come in qualsiasi mondo, però, non mancano i criminali e chi li combatte.
Kouchiro Yonemura è qui alla sua opera prima, ma mostra già le sue caratteristiche peculiari, ovvero la passione per la fantascienza e per il volo, un disegno attento a personaggi e astronavi e parsimonioso nell'uso dei retini, ma soprattutto la voglia di confrontarsi con mondi fantastici sempre nuovi e differenti.
In un unico volume sono contenuti una serie di episodi autoconclusivi a tema investigativo, grazie a una agenzia che si occupa di risolvere intricati casi e all'interno della quale operano sia umani che fate. Non si tratta di un capolavoro, ma certo di un titolo moderno che strizza l'occhio alle nuove tendenze del fantastico.