sabato 29 gennaio 2011

GASHAPON


Ricordate le macchine distributrici di sorpresine che erano molto diffuse venti/trenta anni fa? Grosse scatole di vetro e metallo, piene di sfere di plastica trasparente in cui erano contenuti animaletti, giocattolini, palline magiche. Bastava inserire una moneta nell'apposita fessura, girare la manovella e attendere che la sfere rotolasse tra le mani di noi bimbi, impazienti di scoprire quale magico oggetto la dea bendata ci avesse riservato. Anche oggi ci si può imbattere in qualche discendente di questi distributori automatici di piccoli sogni, magari in qualche grosso supermercato, ma con minor frequenza e talvolta adattatisi in modo inaspettato a gusti tanto moderni quanto temporanei. In tempi recenti, per esempio, se ne può incontrare qualcuno dal sapore new age, che dispensa col consueto metodo della casualità piccole pietre dal decantato valore terapeutico. Il luogo sul pianeta Terra dove quelle sfere di plastica ancora rotolano numerose e contengono fantastici oggetti, collezionati da bambini e non solo, è il Giappone.
Camminando lungo le vie di Tokyo, soprattutto nei grandi centri commerciali, e in particolare nei pressi di sale giochi, comicshop e negozi di giocattoli, ci si può imbattere in intere file di questi distributori. Parallelepipedi colorati che in cambio di due monete da 100 yen offrono a chiunque tenti la sorte un gashapon. Non è chiaro da dove provenga il nome, forse fa riferimento al suono che la pallina fa rotolando all'interno della macchina (si pronuncia infatti "gasciapon"), infatti le stesse palline sono spesso chiamate anche gatcha gatcha oppure semplicemente gacha, sempre rifacendosi al suono. In ogni caso, un gashapon è una sfera mezza colorata e mezza trasparente dentro cui è contenuto un "pupazzetto" smontato in alcuni pezzi (da due a una decina), che una volta ricomposto si dimostra alto circa otto centimetri, ben colorato e dettagliato. I personaggi dei gashapon sono quasi sempre televisivi o cinematografici, e appartengono in genere a uno di questi tre filoni: kaiju, tokusatsu, anime. Kaiju significa letteralmente "mostro", e per capire di quali mostri stiamo parlando pensate a Godzilla. I tokusatsu sono serie televisive con effetti speciali (tokusatsu è l'abbreviazione di tokushu satsuei, "ripresa speciale"), tra i cui capostipiti vi è Ultraman. Infine vi sono gli anime, i cartoni animati giapponesi, che hanno visto decine di serie vecchie e nuove ospitate tra i gashapon: da Mazinga a Heidi, da Gundam a Evangelion.
I gashapon nascono a metà anni Novanta, e subito attirano la mania dei fan e dei collezionisti. Caratteristica interessate è che le macchinette distributrici sono monotematiche. In altre parole, i gashapon sono sempre strutturati per serie composte generalmente da sei pezzi (talvolta cinque o sette). Ogni macchina distributrice contiene solo pezzi della medesima serie, ben evidenziati da coloratissime foto messe in bella mostra. Ogni serie resta in circolazione per un tempo limitato, giusto i mesi necessari perché si esaurisca, finendo magari sugli scaffali di qualche negozio di collezionismo, dove ogni pezzo può anche raggiungere la cifra di 8.000 yen (quaranta volte il suo valore iniziale). Se una serie ha successo, non è prevista una "ristampa", ma più furbescamente una seconda serie con nuovi soggetti. In questo modo anime di grande successo come Gundam vantano ormai decine di serie di gashapon. Il Mobile Suit bianco, grazie anche al fatto che nuovi anime vengono prodotti quasi ogni anno, è infatti uno dei più gettonati, ma molto apprezzati sono anche i robot senza tempo nati dalla fantasia di Go Nagai (Mazinga, Goldrake, Getter), le orfanelle come Heidi e Anna dai Capelli rossi, e molti altri ancora tra cui cito solo Lupin III.
Difficile dire quanti gashapon siano usciti dal 1994 a oggi – sicuramente centinaia di serie, per migliaia di soggetti – ma è certo che il loro successo presso i giovani giapponesi continua ad aumentare, e non passa mese senza che la Banpresto (branch del colosso Bandai), pricipale casa produttrice di questi oggetti, lanci nuove serie. Fortunatamente (o per ponderata scelta di produzione), le limitate dimensioni di questi bellissimi oggetti permettono al giapponese medio di conservarne moltissimi anche nei microscopici appartamenti di Tokyo.
Chi volesse acquistare dei gashapon (vecchi e nuovi) può chiedere info a fioridiciliegio@alice.it

Nessun commento:

Posta un commento