Sul sito del Manifesto (a cui rimandiamo) il 4 luglio è apparso un interessante articolo sulla vergognosa censura che attualmente viene applicata in Giappone allo sterminio di delfini. Riportiamo una parte dell'articolo qui sotto, nella speranza che la diffusione della notizia aiuti in futuro a evitare tali massacri.
"Brutto giorno ieri per il Giappone e per i giapponesi. Intolleranza, minacce, e picchetti volanti (minuziosamente concordati con la polizia..) dei soliti nazionalisti hanno ancora un volta impedito che il pubblico possa tranquillamente vedere THE COVE, il documentario (Premio Oscar, quest’anno) americano che denuncia il massacro annuale dei delfini a Taiji. Il docufilm, che a volte cede al fascino degli effetti sociali e nel commento è decisamente un po’ fazioso (e allora?) era stato regolarmente programmato dai grandio circuiti della distribuzione, ma una massiccia ed efficace campagna intimidatoria (migliaia di telefonate minatorie compiute contro i gestori, i distributori, perfino lo staff dei cinema) ha fatto cambiare idea, uno dopo l’altro, a tutti i grandi cinema. Resta il piccolo, ma molto attivo e capillare, circuito d’essai. A Tokyo e Yokohama ieri, due piccoli cinema hanno finalmente proiettato il film, ma il tam tam organizzato dai nazionalisti è riuscito a tenere lontano il pubblico. Così, davanti a Image Forum, una sorta del romano Filmstudio, ieri mattina c’era solo gli “addetti ai lavori”: fascistoni “a ore”, poliziotti e giornalisti. Quesi ultimi divisi in due gruppi ben distinti (dalla polizia…): gli stranieri, impegnati a riprendere i nazionalisti e i loro slogan pittoreschi (“porci stranieri”, “rispetto per il Giappone”, “noi mangiamo i delfini, voi i bambini” etc etc) e i media locali, interessati invece a intervistare, e riprendere, i giornalisti stranieri. “Ma tu da dove vieni?”, “Ma in Italia ci sono delfini?”, “Ma è vero che voi mangiate i conigli” etc etc.
Alla fine, a rimetterci sono i giapponesi. Che all’estero continuano ad essere (ingiustamente) accusati di essere dei barbari massacratori (e divoratori) di delfini , mentre in patria continuano ad essere addirittura all’oscuro che, in una sperduta e nascosta baia di Taiji, nel sud del Giappone, ogni anno, un piccolo gruppo (al massimo una trentina, riuniti in una cooperativa chiusa) di pescatori paraculi (il lucroso business degli acquari internazionali è la loro UNICA motivazione) e senza scrupoli continua una “tradizione” che non c’è. Uccidere i delfini non è una tradizione gastroculturale (visto che oltre il 90% dei giapponesi non l’ha mai mangiata), ma puro business. Di cui, diciamocelo, siamo un po’ tutti responsabili, visto che quando portiamo i nostri figli nei delfinari, ad ammirarne le evoluzioni, alimentiamo, direttamente, il commercio di questi mammiferi e il gruzzolo dei pescatori di Taiji."
fonte : blog.ilmanifesto.it/furore/2010/07/04/al-giapponesi-non-far-sapere/
...Perchè. Non solo perchè si mangiano i delfini - prima domanda. - Si mangiano alcuni tipi di balene anche in alcuni paesi scandinavi, ricordiamolo - ma soprattutto perchè se la prendono per le molte domande che vengono fatte loro su questo argomento.
RispondiEliminaE perchè alla Commissione baleniera si spendono tanto, ma proprio tanto in attività di lobbing per ottenere che la caccia alla balena sia mantenuta e allargata. Scopi di studio vero ??