venerdì 12 giugno 2009

RECENSIONE ME-TERU NO KIMOCHI


Il mangaka Hiroya Oku è da qualche tempo al lavoro sul manga Me-teru no kimochi (“I sentimenti di Mater”), che abbina la tematica dell’hikikomori con una storia sentimentale. Gli hikikomori (letteralmente “stare in disparte”, “isolarsi”), sono gli adolescenti e i giovani post-adolescenti che evitano qualsiasi coinvolgimento sociale, chiudendosi nelle proprie case e interrompendo ogni rapporto con gli altri, legandosi sempre più a realtà di fantasia (manga, anime, videogame). È quello che accade al protagonista di Me-teru no kimochi, il trentenne Shintaro Koizumi, che non esce di casa da quindici anni. A dire il vero, la motivazione che lo ha spinto a tale scelta è la perdita della madre, un trauma che non ha saputo superare. Tuttavia, nella sua stanza, divenuta il suo mondo, si dedica quasi esclusivamente alla lettura di manga (che gli porta il padre) e all’uso del computer. È proprio il genitore a cercare di farlo uscire dal suo stato di isolamento, ma il ragazzo afferma che farà un tentativo solo se l’uomo si troverà una nuova compagna. Così il cinquantenne si risposa e lo fa con una ragazza molto più giovane di lui, oltre che bellissima. Muore però proprio durante il viaggio di nozze, così Shintaro e la bella matrigna si ritrovano a vivere da soli nella medesima casa (anche se il ragazzo non esce mai dalla sua stanza). La fanciulla eredita il compito di cercare di farlo uscire dalla sua prigione autoinflitta e tra i due potrebbe cominciare a svilupparsi un forte sentimento. La serie presenta parecchie forzature narrative, appare per esempio improbabile il matrimonio inziale tra due persone tanto diverse, ma ben rappresenta la condizione di hikikomori, col protagonista che compare solo alla fine del primo capitolo, mentre per oltre cinquanta pagine si vedono solo i balloon della sua voce spuntare da una porta chiusa. Da un punto di vista grafico, il disegno di Oku sembra avere fatto un passo indietro: mentre gli sfondi sono sempre realistici e ben curati, i personaggi tendono a essere semplificati e stereotipati. Certo la ragazza dal viso angelico e dal seno prosperoso, figura ricorrente nelle sue serie, continua a fare il suo bell’effetto, ma nella sua ripetitività comincia a svuotarsi di personalità. Per il giudizio finale bisognerà leggere i volumi successivi al primo…

Per l’immagine ©Hiroya Oku/Shueisha, Inc.

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